L'IMPIANTO che sostituisce i tuoi denti
Esistono diversi tipi di impianti dentali artificiali, e si differenziano dalla loro applicazione e funzione.
Devono comunque rispettare tutti 4 criteri fondamentali affinché l’operazione si possa ritenere correttamente riuscita: il criterio di funzionalità (che permette il ristabilimento completo delle varie funzioni della bocca); quello di innocuità ( che riguarda il tasso di nocività dei corpi inseriti per l’organismo); quello di resistenza (che interessa la longevità dell’impianto inserito) e quello di estetica (determinato dal rispetto usato nei confronti della fisionomia naturale del paziente).
Le protesi si differenziano tra fisse e mobili, differenza che trae origine dalla difficoltà di rimozione delle protesi medesime.
Le prime possono essere rimosse solo dal dentista, mentre le seconde possono essere facilmente estratte dal paziente che le applicherà durante la giornata in base ai consigli del medico curante.
Sono due termini usati nella medicina odotoiatrica, e riguardano i fenomeni di unione delle protesi artificiali agli elementi biologici del nostro organismo.
Per osteointegrazione si intende l’unione intima tra gli impianti dentali sommersi e l’osso in cui essi vengono inseriti, senza apparente tessuto connettivo.
All’interno del tessuto osseo, agisce la cellula detta osteoblasto, che ha come scopo quello di produrre la matrice organica del tessuto stesso. Il legame che si viene a creare dunque deve essere stabile e duraturo, atto ad evitare il fenomeno del rigetto.
Per ovviare al problema, i professionisti del settore, vedono nel titanio la lega migliore per la fabbricazione delle protesi, proprio perché garantisce ottime percentuali di osteointegrazione. Per raggiungere i risultati sperati la superficie della protesi deve essere lavorata in modo particolare ed assumere forme capaci di attrarre le cellule osteoblaste (le superfici troppo lisce, per esempio, non sono adatte allo scopo).
I trattamenti e le preparazioni più comuni delle superfici interessate, sempre nell’ottica di renderle idonee all’operazione chirurgica, sono detti sabbiatura e mordenzatura.
Si parla invece di fibrointegrazione quando il sistema immunitario crea una sorta di capsula fibrosa tutt’intorno al corpo esterno inserito.
Tale capsula diviene quindi l’elemento connettivo della protesi all’organismo. L’integrazione risulta essere meno stabile, tanto è vero che fino a poco tempo fa la fibrointegrazione era considerata un sostanziale fallimento dell’operazione.
Bisogna dire infine che, l’introduzione del titanio come materiale costituente le protesi, ha favorito di molto le integrazioni corrette tra organismo e corpi esterni.
Implantologia Dentale Salerno
Implantologia Dentale Salerno - Dott. Roberto Landi
84100 - Salerno (SA)
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